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Il pianeta Nibiru e gli Annunaki.

 

Le origini dell’umanità, secondo i sumeri.
I Sumeri, sono considerati la prima civiltà urbana assieme a quella dell’antico Egitto, quella del fiume Indo e a quella di Sumer, che si diffuse in quasi tutta la regione meridionale dell’antica Mesopotamia, tra i fiumi tigri e Eufrate. È stata la prima e grande civiltà umana, tra gli anni (4.500 e 2.300 a.C)
La grande Sumer aveva delle città stato: Umma, kish, Eridu, Lagash, Ur, Shurupak, Uruk e Nippur. Città che erano governate ognuna da un patesi (sacerdote e guida) e da un lugal (sacerdote guerriero e uomo re).
Tra gli apporti di questa civiltà all’umanità, si distinguono l’invenzione dei mattoni e della scrittura cuneiforme, scrittura che è nata, grazie alla semplificazione del sistema di pittogrammi, creando così l’alfabeto sumero, lo stesso che è servito da ispirazione per l’alfabeto dell’antica cultura persiana.

Secondo lo scrittore, storico e linguista esperto di culture antiche, Zacharia Sitchin (1920-2010), il termine annunaki fa riferimento ai figli di Anu.
Sitchin, che ha dedicato più di 30 anni allo studio di questa cultura, è riuscito a tradurre molte tavole sumere, che mostrano questa civiltà, come una cultura straordinaria, che godeva di grandi progressi e che in più, ha lasciato scritto, quale è stata l’origine dell’umanità.In base alle traduzioni fatte da Sitchin, gli Anunnaki sono arrivati sulla Terra in cerca d’oro, perché ne avevano bisogno per regolare l’atmosfera di Nibiru, il loro pianeta.

Allora Anu il re, mandò sulla Terra i suoi figli: Enki (genetista e Signore della terra) ed Enlil (Signore del vento e delle acque), insieme ad un gran numero di Anunnaki ed Igigi incaricati dell’esplorazione e della raccolta dell’oro della terra ma dopo molti anni questi ultimi, si ribellarono, sostenendo che non era lavoro per loro, perché non erano una razza operaia, la troppa fatica per secoli e secolo porto’ ben presto ad una violenta rivolta.

Per questo motivo Enki, chiese a suo padre, re Anu, di concedergli il permesso di creare una specie operaia, da occupare all’estrazione dell’oro.
Permesso concesso, Enki iniziò subito con la creazione di una nuova razza. Realizzo’ numerosi incroci tra le specie trovate, ma nessuna di queste creazioni, possedeva le caratteristiche giuste per i compiti che gli sarebbero stati assegnati. Fu solo allora, quando In uno dei viaggi di esplorazione per il nostro pianeta, incontrò un animale che possedeva una certa intelligenza, era un animale coperto di pelo, (una scimmia) che poteva obbedire agli ordini, ed eseguire alcune funzioni anche se era molto maldestro e non possedeva grande capacità di memoria, per questo Enki, decise di apportare miglioramenti nel suo dna, per dotarlo di nuove caratteristiche: come farlo camminare eretto, pelle più libera dai peli, aspetto migliore e teschi definiti.

Ma questo non bastò, perché era ancora lento e maldestro, quindi Enki continuò a fare incroci con altre specie di animali, dando origine a esseri mostruosi, esseri mitologici menzionati anche nella mitologia greca, ma Enki non era soddisfatto del risultato dei suoi esperimenti, decise di effettuare nuovi test con la giusta razza, allora prese gli spermatozoi di questa scimmia geneticamente migliorata, e li mise nel ventre di una femmina anunnaki, ma Enki, non solo prese gli spermatozoi della scimmia, ma in più di nascosto le cedette parte della sua genetica, dando come risultato un nuovo essere di grande intelligenza che non era maldestro, un essere che Enki chiamò Adapa.

Dopo che Enki creò l’ Adapa, cerco’ di dare vita ad un essere femminile in modo che l’ Adapa potesse moltiplicare la vita di questa nuova specie, anche se suo fratello Enlil non era d’accordo che questa nuova razza potesse procreare, ma la situazione di ribellione da parte degli Igigi, lo costrinse ad accettare. Dopo una prova andata male.
Enki, sotto la supervisione di Enlil, creò una donna affinché l’ Adapa potesse generare nuovi operai. Purtroppo,
questi, si moltiplicarono senza controllo alcuno.


Enlil, che non aveva mai visto di buon occhio, queste creature, mise al corrente suo padre re Anu, di quello che stava accadendo sulla Terra, come punizione ad Enki, che aveva dato all’uomo la possibilità di procreare e moltiplicarsi, ordino a Enlil di annientare completamente gli umani con un grande diluvio. Questo fatto, scatenò una guerra tra i fratelli. Ma Enki, non era disposto a veder morire la sua più grande creazione e allertò un uomo dal nome Ziusudra, affinché costruisse una grande imbarcazione dove salvare gli animali e la sua famiglia. Anu, dopo aver appreso del conflitto tra fratelli, espulse da Nibiru Enki condannandolo a vivere sulla Terra.

Cosa sappiamo del loro pianeta Nibiru?

E’ noto che la scoperta di Plutone (C.Tombaugh, 1930) non fu effettuata otticamente, in base all’osservazione della volta celeste, bensì matematicamente, derivandola dalle perturbazioni orbitali di Urano e Nettuno; solo in un secondo momento tale scoperta fu confermata mediante il telescopio.
Nel corso del 1972, esaminando la traiettoria della cometa di Halley, J.Brady (del Lawrence Livermore Laboratory – California) scoprì che anche l’orbita di questa cometa, come quelle di Urano e Nettuno, era “perturbata”. I suoi calcoli lo condussero ad ipotizzare l’esistenza di un pianeta “X” alla distanza di 64 UA (Unità astronomiche) dal Sole (Plutone ne dista 39), con periodo orbitale di 1800 anni terrestri. Brady, come tutti gli astronomi che si stavano occupando del pianeta “X”, presumeva che tale corpo celeste orbitasse intorno al Sole nello stesso modo degli altri pianeti; ne quantificò pertanto la distanza dalla nostra stella in misura della metà del suo asse orbitale maggiore.

Questo in accordo con la seconda legge di Keplero ; vale a dire che un pianeta si sposta tanto più lentamente quanto più è lontano dal proprio Sole. Nel nostro sistema, ad es., si passa dal velocissimo Mercurio (che impiega poco meno di tre mesi a compiere la propria rivoluzione intorno al Sole) al lentissimo Plutone (oltre 247 anni). mm / l), sensibile al calore racchiuso nell’interno di corpi substellari.
Secondo le testimonianze dei Sumeri, Nibiru, chiamato il “Pianeta dell’attraversamento” orbita come una cometa attorno al Sole, essendo quest’ultimo uno dei fuochi della propria ellissi estremamente allungata, così che la distanza dal Sole corrisponde all’intero asse maggiore e non alla sua metà. E’ curioso il fatto che l’orbita del pianeta “X” calcolata da Brady (1800 a.) sia esattamente la metà dell’orbita di 3600 a. che i Sumeri attribuivano a Nibiru. Ricordiamo che (secondo le tesi di Z.Sitchin, esposte in “Genesis Rivisited”, 1990) la traiettoria dell’orbita di Nibiru, in questo periodo, starebbe facendo ritorno verso il perigeo: questo potrebbe giustificare la strana coincidenza?

Ma Brady giunse ad ulteriori conclusioni, in sintonia con le tradizioni sumeriche: il pianeta “X” sarebbe dotato, come Plutone, di un’orbita retrograda, con il piano fortemente inclinato rispetto all’eclittica. All’inizio gli astronomi si interrogarono se il responsabile delle perturbazioni nell’orbita di Urano e Nettuno potesse essere Plutone, giacché la considerevole eccentricità della sua orbita gli consente di penetrare periodicamente all’interno dell’orbita di Nettuno (una situazione di questo tipo è iniziata nel ’79 e si è conclusa nel ’99).

Questi dubbi svanirono nel giugno del 1978, allorché W.Christie (dell’Osservatorio Navale di Washington, un organismo della Marina Americana sotto il diretto controllo della NASA) scoprì che Plutone, oltre a possedere un satellite (Caronte), era molto più piccolo di quanto si pensasse (meno di 2/3 della Luna) e quindi dotato di una massa non in grado di esercitare rilevanti influenze gravitazionali. L’elaborazione di tutti questi dati rafforzarono l’indicazione che un’unica forza estranea, il “pianeta dell’attraversamento” dei Sumeri, avesse inclinato Urano, spostato e inclinato Plutone ed impresso un’orbita retrograda anche a Tritone (un satellite di Nettuno). Incuriositi da queste scoperte, due colleghi di W.Christie all’Osservatorio Navale (R.S.Harrington e T.C.Van Flaandern) condussero una lunga serie di simulazioni al computer, raggiungendo la conclusione che tutte quelle anomalie orbitali fossero state determinate da un “intruso”, cioè da un pianeta (grande da due a cinque volte la Terra) con piano orbitale inclinato ed un semiasse di “meno di 100 UA”.

Conferme sul pianeta X?

Nel 1981 i dati raccolti durante le missioni del Pioneer 10, del Pioneer 11 e dei due Voyager dimostrarono l’esattezza di tali intuizioni: doveva esistere un corpo celeste, grande almeno il doppio della Terra, in orbita solare ad una distanza di almeno 2.4 miliardi di km oltre Plutone e con periodo orbitale di almeno 1000 anni. Il “Detroit News” del 16 gennaio 1981 pubblicò la notizia in prima pagina, insieme alla raffigurazione sumera del sistema solare, così come appare sul famoso sigillo cilindrico, conservato nel Museo di Berlino, col n.° VA/243. A questo punto una svolta decisiva nelle ricerche fu impressa dal “Progetto IRAS” (Infrared Astronomical Satellite), vale a dire l’esplorazione agli infrarossi del sistema solare, mediante il lancio in orbita terrestre a 900 km di altezza di un telescopio (60 cm di apertura, 62 rivelatori infrarossi su quattro bande spettrali, fra 8,5 e 119. Era il 25 gennaio 1983, quando dalla base di Vanderberg in California partì il vettore americano Delta 3910 con a bordo 500 kg di carico utile, frutto della cooperazione USA-Inghilterra-Olanda. Per ridurre al massimo l’emissione di irraggiamento parassita, proprio della strumentazione, tutto l’insieme venne posto in un criòstato contenente elio liquido superfluido a -271°C: era indispensabile, infatti, il raffreddamento del telescopio e dei rivelatori alla temperatura più bassa possibile.

Essendo l’He liquido molto volatile, è lentamente evaporato, determinando l’inattivazione dell’IRAS il 21 novembre 1983, protraendo la missione di oltre un mese e mezzo sulla data prevista. Nei circa dieci mesi di attività, il satellite eliosìncrono scattò ed inviò al centro di controllo 600.000 immagini, dalla cui elaborazione emerse l’individuazione di 250.000 sorgenti celesti di tipo infrarosso (il 99% delle quali in precedenza sconosciute), stelle e sistemi planetari in formazione (età < 1 milione di anni), cinque nuove comete, quattro nuovi asteroidi e un misterioso oggetto in movimento, simile ad una cometa.

Tutto questo, ora, rende giustizia a R.Reynolds (del Centro Ricerche Ames), che il 30 gennaio 1983 rilasciò una dichiarazione al “New York Times” del tipo: Predizione, questa, fatta propria da Z.Sitchin nella lettera inviata il giorno appresso alla nella quale si suggeriva addirittura l’appellativo: lo stesso attribuito, a suo tempo, dai Sumeri (Nibiru) o dai Babilonesi (Marduk). La qual cosa, ai giorni nostri, si è ripetuta da parte di J.Murray (della UK’s Open University), il quale, insieme con il collega J.Matese (University of Louisiana), ha dato l’annuncio nell’ottobre ’99 che una forza misteriosa, generata da un grande oggetto invisibile, rallenta il viaggio delle sonde terrestri in uscita dal sistema solare; la stessa che, probabilmente, è responsabile della deviazione delle orbite cometarie…Ma torniamo al 1983. Verso la fine di quell’anno, in assenza di comunicati ufficiali, un’indiscrezione riuscì a trapelare, nel corso di un’intervista concessa dai principali scienziati del progetto IRAS alla rubrica scientifica del “Washington Post”.

La notizia fu ripresa da diversi quotidiani statunitensi, che la titolarono: “Oggetto gigante confonde gli astronomi” “Corpo misterioso trovato nello spazio”, “Ai limiti del sistema solare un misterioso oggetto gigante”,” Un corpo celeste pone agli astronomi un enigma cosmico”. Messo alle strette, G.Neugebauer, Direttore dell’IRAS, dichiarò: Posso solo dire che non sappiamo di cosa si tratti. Successivamente anche la NASA uscì con un rapporto ufficiale: Il corpo misterioso rilevato dall’IRAS disterebbe “solo” 80 miliardi di km dal Sole e potrebbe trovarsi in fase di avvicinamento alla Terra.


E’ stato captato due volte dal telescopio ad infrarossi (a distanza di sei mesi) e i dati raccolti mostrano che in questo periodo, pur brevissimo per i tempi astronomici, si è spostato di poco nella sua traiettoria. Ciò evidenzia che non si tratta d’una cometa, poiché una cometa non può avere una dimensione di 5 volte la Terra ed, in ogni caso, si sarebbe spostata maggiormente. E’ possibile, quindi, che si tratti del decimo pianeta o pianeta “X”, che gli astronomi hanno, finora, cercato invano. Se il pianeta “X” esiste, non siamo più “gli unici” in questo sistema solare. Perché, se esiste e corrisponde a Nibiru, allora i Sumeri dicevano la verità anche quando parlavano degli Anunnaki (corrispondenti ai Nefilim biblici), cioè di “Coloro che dal Cielo caddero sulla Terra”. Le implicazioni di questa realtà, se confermata, sarebbero così sconvolgenti da sgretolare in un istante quel dogma, tanto caro all’Umanità illuministica, che risponde alla definizione di antropocentrismo.

Cesare Valocchia

Cesare Valocchia è nato a Roma nel 1970. Perito tecnico in telecomunicazioni con alle spalle corsi specialistici in fibre ottiche e trasmissione dati, coltiva due passioni: il volontariato e l’ufologia. Istruttore di manovre di rianimazione cardio-polmonare adulto e bambino, ha raccolto le sue esperienze di volontario sui mezzi del servizio di emergenza sanitaria nazionale 118 di Roma in un ebook dal titolo: “ Non dirmi grazie ”. Il suo motto è: Aiutare chi soffre è il miglior pagamento. Dai primi anni 90 si occupa di avvistamenti e dal 2011 cura personalmente il sito di ufologia www.myuforesearch.it del quale è responsabile. Le sue ricerche sul legame apparizioni mariane e fenomeno ufo sono disponibili nel suo sito. E’ membro del Cun ( Centro Ufologico Nazionale), sulla cui rivista ufficiale è stato pubblicato, nel maggio 2017, il suo studio sugli oggetti volanti non identificati a Medjugorje.

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